La Siberia ha sempre rappresentato il “Polo del freddo” sul nostro Emisfero Boreale, grazie alla grande estensione di terra lontana dal mare, ed altre particolarità.
La catena dei Monti Urali costituisce un ostacolo alle più miti correnti occidentali, mentre le catene montuose a sud dell’Asia la separano dalle correnti meridionali, rimanendo esposta verso il mare solo verso il freddo Mar Glaciale Artico.
Con l’abbassarsi della radiazione solare durante la stagione invernale, e la copertura nevosa che si viene a creare, il terreno si raffredda moltissimo, e l’aria fredda e pesante che si crea favorisce la formazione di una vasta cellula di alta pressione, il famoso Anticiclone Siberiano, che consente il mantenimento di temperature molto basse.
Quest’anno la presenza di un innevamento esteso abbastanza precoce, ha fatto sì che il freddo generatosi in questo settore asiatico si sia intensificato su livelli superiori a quelli degli ultimi anni.
La mattina del giorno 15 Gennaio la temperatura è scesa fino a livelli inferiori ai -60°C, che sono inconsueti anche da queste parti.
La località siberiana di Selagoncy ha raggiunto una temperatura minima di -60,5°, mentre la città di Tongulask ha raggiunto un valore di -62,5°C, un valore che in Siberia non veniva misurato da almeno 20 anni.
Il freddo siberiano riveste una grande importanza in quanto queste sono le zone dalle quali, se le condizioni della circolazione atmosferica lo permettono, si verificano le maggiori e più intense ondate di freddo invernale sull’Italia e l’Europa.
Il grande freddo asiatico si è spinto anche verso sud ovest, raggiungendo Stati come il Turkmenistan.
A Turkmenabat la temperatura ha raggiunto un valore di -25,4°, che rappresenta il record assoluto di questo Stato superando il precedente di -23,8°, che risaliva al 23 Gennaio del 1900.
Nell’Uzbekistan la città di Nurata ha raggiunto i -29,2°C, nuovo record storico mensile dal 1969.
Le attuali anomalie termiche sulla Siberia centro orientale raggiungono i 22-23° al di sotto della norma stagionale.