01Come ogni anno, nelle Isole Britanniche fioccano le scommesse riguardanti l’andamento dell’inverno prossimo venturo.
Tuttavia, il dibattito tra gli esperti del clima britannico riguardano, quest’anno, la combinazione di eventi che potrebbero portare ad un sensibile raffreddamento del clima nei prossimi anni.
Anzitutto, il crollo deciso dell’attività solare, con il Sole al suo punto più basso degli ultimi 100 anni.
Questo, sulle Isole Britanniche, ha sempre favorito l’avvento di inverni più freddi, come quelli che si verificarono nel Seicento ad opera del grande “minimo di Maunder”.
In secondo luogo, il crollo delle temperature oceaniche sul Pacifico Centrale: il famoso fenomeno del Nino, che ha portato quest’anno ad un inverno mite, ma che è stato sostituito dalla Nina, il fenomeno opposto, e che è favorevole ad inverni freddi sulle Isole Britanniche.
Gli esperti sostengono che la combinazione tra arrivo della Nina e minimo di attività solare potrebbe favorire l’arrivo di stagioni invernali più fredde.
In terzo luogo, molta impressione sta facendo la drastica diminuzione delle temperature dell’Atlantico Settentrionale.
Dopo il massimo raggiunto nel 2007, le temperature sono diminuite su tutta la grande zona oceanica: questo, oltre a far temere un inversione del ciclo dell’AMO, contribuisce come terzo fattore ad abbassare le temperature delle Isole Britanniche che sono circondate da questo mare.
Questa tripla azione viene chiamata “triple Whammy”, ed è molto temuta in quanto tale combinazione potrebbe portare ad un crollo delle temperature (in particolare portare ad una sequenza di inverni rigidi quali non si registrano da parecchi decenni, con possibili problemi agli approvvigionamenti elettrici o di viveri).
Tuttavia, al Meteoffice avvertono che anche tale combinazione potrebbero avere effetti localmente forti, ma non può invertire la tendenza globale al riscaldamento climatico.
Nella foto: gli effetti di un rigido inverno sui paesaggi inglesi.