L’inverno 1739-40 fu memorabile, in Italia e nel resto d’Europa, per l’intensità del freddo che attanagliò la nostra Penisola, e soprattutto per la sua durata: in Belgio la Mosa rimase infatti congelata per 9 settimane, cominciando il disgelo solamente al 15 di Marzo.
In Italia rimase congelata la Laguna Veneta, cadde moltissima neve a Roma, l’inverno fu ricordato come uno dei più rigidi in assoluto del XVIII Secolo.
Anche in questo caso, tuttavia, l’irruzione fredda ebbe inizio il giorno di Natale, almeno sulle Isole Britanniche, e fu memorabile, con l’irruzione di fortissimi venti gelidi da est, che, soprattutto nei giorni tra il 29 ed il 31 Dicembre 1739, fecero rapidamente scendere la temperatura fino a ben 15 gradi sotto lo zero a Londra!
Molte barche su Tamigi ruppero gli ormeggi scaraventate in mezzo al fiume a causa della forza del vento, alcuni vascelli carichi di merci collisero tra di loro, sempre a causa del vento impetuoso, ed affondarono causando molte vittime, annegate e congelate.
Il Dott. Jurin, segretario della Royal Society, misurò da una finestra di una stanza che si affacciava sul Tamigi, una temperatura di ben -23,9°C il giorno 30 Dicembre, probabilmente la temperatura più bassa mai registrata a Londra negli ultimi tre secoli.
Un altro osservatore misurò la formazione di uno spessore di ghiaccio sul Tamigi pari a 7,5 cm in sole 24 ore.
Il fiume Tamigi si congelò rapidamente, dando origine in Gennaio ad una grande “Fiera del ghiaccio” lungo il corso ghiacciato.
Questo viene considerato come l’episodio di irruzione fredda più brutale mai verificatosi negli ultimi secoli in Inghilterra.