Molto si è discusso su quella che potrebbe essere la causa di un eventuale decadimento della Corrente del Golfo, un rischio che è stato paventato negli anni passati, a partire da uno studio che comparve per la prima volta a metà degli anni Novanta.
Sappiamo che la Corrente del Golfo rappresenta, per l’Europa, un immenso beneficio nel corso della stagione invernale, in quanto mitiga notevolmente il clima europeo che, altrimenti, potrebbe presentare le stesse temperature dell’inverno canadese!
La teoria proponeva che lo scioglimento improvviso dei ghiacci groenlandesi, poteva provocare un forte afflusso di acque gelide in superficie sull’Atlantico Settentrionale, tale da provocare un blocco nella circolazione sud – nord delle acque oceaniche.
Nella realtà, i dati provenienti dal DMI (Istituto glaciologico Danese), hanno molto limitato lo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia negli ultimi due decenni, tuttavia nell’ultimo anno le acque del Nord Atlantico hanno iniziato a raffreddarsi notevolmente.
Una teoria alternativa lega il decadimento delle temperature delle acque dell’Atlantico Settentrionale all’attività solare, quando questa è debole le temperature calano, permettendo così ai ghiacci artici di espandersi, e, in definitiva, di raffreddare il clima del Nord Europa (e, per una serie di eventi, dell’intero Nord Emisfero).
Si tratta di una teoria che presenta vari punti oscuri, in particolare sui meccanismi che regolano la variazione delle temperature nord atlantiche; d’altro canto, l’attività solare potrebbe influenzare il meccanismo dell’AMOC, dell’oscillazione nord atlantica che, nel corso di cicli di diversi decenni, tende ad aumentare o diminuire le temperature delle acque oceaniche.
Ma, il dato di fatto, è espresso molto bene da questo grafico, che mostra l’andamento delle temperature dell’Atlantico Settentrionale alla latitudine di 59°N, e longitudine compresa tra 30 e 0°W.
A parte le classiche oscillazioni termiche stagionali, legate all’alternarsi della stagione estiva ed invernale, la media termica su 12 mesi è crollata da un valore di +8,8°C nel 2006 agli attuali +7,8°C, con una tendenza ad un ulteriore tracollo verso il basso.
E tutto questo fino ad 800 metri di profondità, presentando quindi uno spessore oceanico elevatissimo.
Si tratta di una zona critica del Nord Atlantico, posta poco a sud di Groenlandia ed Islanda, e fino alle coste norvegesi.
Questo significa un ridotto trasporto di calore della Corrente del Golfo verso le latitudini settentrionali, che potrebbero presentare così un significativo raffreddamento nei prossimi mesi.
E’ un meccanismo che, stando ad alcuni studiosi, è in grado di scatenare una Piccola Età Glaciale su Europa e Nord America, e, forse, anche una vera e propria Era Glaciale!
Per quello che riguarda le temperature superficiali del Nord Atlantico, per il trimestre estivo Giugno – Agosto, è il terzo valore più freddo dal 1950 ad oggi.
Grafico tratto da climate4you.