Il 6 gennaio 1985 è il giorno della “Grande Nevicata” su Roma dove si depositano 15 cm di manto bianco, e sull’Appennino centro-meridionale. Gran freddo e forti venti di tramontana sul Nord Italia, mentre solo l’estremo Sud è interessato dal richiamo di aria mite meridionale.
E siamo arrivati, a questo punto, ad uno dei giorni più famosi, per il Lazio, della storia meteorologica recente: il 6 Gennaio 1985.
A sorpresa, in quanto nessun meteorologo se lo aspettava, la neve fa la sua comparsa sulla Capitale, grazie alla concomitanza della discesa del fronte di irruzione di Aria Artica, verso sud, e dell’arrivo dal Mediterraneo Occidentale di una perturbazione.
Si formano così le condizioni ideali per una nevicata a Roma, cioè scorrimento di aria calda ed umida al di sopra di aria gelida proveniente da est; la formazione di una depressione sul nostro Meridione funge inoltre da “richiamo” per ulteriori apporti di aria fredda da est.
I meteorologi sono colti di sorpresa, in quanto pensavano che lo scirocco caldo avesse la meglio, almeno sulle pianure laziali, invece questo ha la meglio solamente più a sud.
Reggio Calabria, infatti, presenta una minima di +8° ed una massima di +14°, mostrando come l’irruzione fredda si sia fermata all’incirca sulla Campania e la Basilicata.
Ecco qualche altra temperatura italiana:
Bolzano-15°/-3°, Torino -12°/-2°, Milano -12°/-2°, Trieste -5°/-3°, Venezia -12°/-5°, Bologna -11°/-4°, Genova -3°/+1°, Firenze -5°/-2°, Pisa -4°/+2°, Perugia -5°/-1°, Pescara -2°/0°, Roma -2°/0°, Campobasso -6°/-5°, Napoli +1°/+4°, Bari +1°/+2°, Potenza -4°/-3°.
In Europa: Mosca -20°/-16°, Helsinki -26°/-23°, Stoccolma -16°/-12°, Copenaghen -14°/-9°, Londra -3°-2° (neve), Amsterdam -14°/-2° (neve), Francoforte -16°/-6°, Ginevra -12°/-8°, Parigi -10°/-5°, Vienna -10°/-4°.

L’Italia si presenta tagliata in due: oltre alla chiusura dell’Aeroporto di Fiumicino e di quello di Roma Ciampino (cadono, complessivamente, sulla Capitale, circa 15 cm di neve), abbiamo anche il blocco del traffico ferroviario: solo il 10% dei treni del Lazio è in grado di funzionare correttamente.
Ben 14 mila persone vengono fermate a chilometri di distanza dalla Capitale, e si assiste a scene di esodo biblico: sono a migliaia coloro che vengono trasbordati su pullman, o devono farsi chilometri a piedi sotto la bufera di neve.
Otto squadre di spalatori del Genio vengono messe a disposizione delle ferrovie soprattutto per liberare dal ghiaccio gli scambi ferroviari.
5.000 uomini vengono impiegati per liberare dal ghiaccio e dalla neve le strade di Roma, che si presenta completamente paralizzata: non funzionano i mezzi pubblici, le auto rimangono in panne sulle vie, molte strade vengono chiuse, oltre 100 sono le tettoie ed i cornicioni crollati per il peso della neve, e più di 110 le persone ricoverate in ospedale per cadute sul ghiaccio, con contusioni e fratture.
In Calabria, come detto, nevica abbondantemente, ma solo sulla Sila; in Basilicata, invece, si paralizza la provincia di Potenza, e perfino autocorriere bloccate dalla neve devono essere soccorse dai Carabinieri.

Nevica anche a Matera; in Puglia bufere sono presenti tra Foggia e Bari, con traffico ferroviario paralizzato anche qui.
Mezzo metro di neve cade nel Molise; 2000 turisti restano bloccati a Campitello Matese. In Campania nevica ad Ischia.
Il Nord Italia, invece, deve fare i conti con il grande freddo, che, sui monti, raggiunge i massimi livelli dal 1956.
Sul Monte Cimone si registrano -20,2°; Tarvisio scende, invece, a -31°.
Sondrio va a -15°, ma il record assoluto va a Trepalle di Livigno, in Valtellina, che scende fino a -38°. Si toccano anche -16° a Piacenza e -14° a Novara.
L’Alto Maceratese è nei guai per le grosse nevicate: le scuole resteranno chiuse per tre giorni.
In Toscana continuano i disagi sulla collina e la montagna massese, con le varie frazioni difficilmente raggiungibili per le strade coperte dalla neve ghiacciata, dopo la nevicata del giorno 4.
Abbiamo visto che Pisa ha una giornata di ghiaccio, con massima -1°, ma persino nella mite Versilia non si riesce a superare lo 0°, malgrado il bel sole. La sensazione di freddo è acuita dal forte vento di tramontana.
La nevicata del Lazio interessa anche il sud della regione toscana. Occorrono le catene sull’Aurelia a sud di Orbetello, sulla Grosseto-Siena e sulle strade che portano all’Amiata.


Uno sguardo fuori d’Italia. Dieci centimetri di neve sulle palme della Promenade des Anglais a Nizza, punte di -34°C fra i monti del Giura, cancellazioni e ritardi negli aeroporti londinesi di Heathrow e Gatwick. Ancora colpita dal maltempo l’Algeria, con tempeste di neve sui rilievi, anche a quota bassa, e piogge sul litorale.
Eppure le previsioni sono piuttosto ottimistiche Un articolo del compianto Francesco Di Franco, sul Corriere della Sera, dice che ormai le temperature sono arrivate ai loro livelli minimi, e che, un ulteriore impulso di aria fredda, “non potrà in ogni caso far abbassare le temperature su valori inferiori a quelli registrati questa notte, anzi, nei prossimi giorni assisteremo ad un lieve aumento della temperatura minima, dell’ordine di 5-6°C”.
Anche Michele Conte, intervistato al Telegiornale, informa che “un blocco di aria fredda scende lentamente dall’Europa Settentrionale, e scaverà una profonda depressione sulla Sardegna.
Essa farà affluire aria umida da sud-ovest sull’Italia: nevicate abbondantissime sono previste al Nord, mentre al Sud pioverà, anzi, con rischio alluvionale per lo scioglimento delle nevi”.
Insomma, ancora previsioni di scirocco e di generale riscaldamento, che risulteranno, ancora una volta, fallaci!
Da aggiungere che molti milanesi guardano con bonaria ilarità i guai dei “romani” immersi nella bufera: non sanno che anche loro, presto, faranno i conti con un assalto della “dama bianca” senza precedenti!

Nel prossimo capitolo ci soffermeremo sul 7 gennaio, uno dei giorni più freddi dell’intero XX secolo.
Pubblicato da Marco Rossi e Giovanni Staiano